Alphubel, 4206 m. Salita: via normale del versante ovest da Tasch; discesa: via normale del versante nord-est su Saas Fee (Mattertal-Saastal); con gli sci.
Caratteristiche: Bellissima traversata di carattere prettamente glaciale e tecnicamente abbastanza facile, seppure il dislivello non sia trascurabile. Ambiente molto solitario sul versante di Tasch. Sul versante di Saas Fee gli impianti di Langflue non interferiscono comunque con la discesa sul ramo del Fee Gletscher interessato da questo itinerario. Quando le condizioni della montagna sono ideali per lo sci, la salita alla Tasch Hütte può essere ormai priva di neve. Prestare attenzione ai crepacci nella discesa del Fee Gletscher e ai problemi di orientamento in caso di cattivo tempo.
Difficoltà: BSA, F+
Dislivello: 1500 m
Carte: CNS 1:50.000 f. 5006, Matterhorn Mischabel; CNS 1:25.000 f. 1328, Randa.
Accesso: Autostrada Gravellona Toce fino a Domodossola, Passo del Sempione, Briga; oppure autostrada di Aosta, Gran San Bernardo, Martigny. Da Briga o da Martigny percorrere la valle del Rodano fino a Visp. Da qui svoltare nella Mattertal e seguirla fino a Tasch. Se la stradina è sgombra dalla neve, salire ancora in auto fino a Ottawan, Taschalpen, dove si parcheggia.
Avvicinamento: Il punto di partenza è la Tasch Hütte, 2701 m, raggiunta in 1.30 ore da Ottawan, 2200 m, lungo una comoda stradina sterrata. In caso di neve verificare le condizioni di stabilità dei pendii piuttosto ripidi che si devono attraversare.
Salita: Dalla Tasch Hütte, 2701 m, traversare in direzione est fino verso i 2750 m, dove si imbocca un ampio vallone morenico e lo si risale in direzione nord-est. Oltrepassare il ripiano di Chummibodmen, 2886 m e il successivo ripido pendio giungendo al pianoro di q. 3094. Volgere di nuovo in direzione est e, lasciando a sinistra la fascia rocciosa che separa i due rami dell’Alphubel Gletscher, risalire il facile ramo meridionale del ghiacciaio fino ad un’ampia sella, a circa 3450 m, sotto il promontorio roccioso del Feechopf, da cui è possibile traversare a destra verso il Rimpfischhorn. Svoltare invece a sinistra e affrontare una rampa più ripida (35°), oltre la quale si volge nuovamente in direzione nord-est giungendo all’Alphubeljoch, 3782 m (3.30 ore). Svoltare a sinistra sul versante di Sas Fee e traversare in leggera salita in direzione nord-ovest e poi nord su pendii moderati fin sotto una seraccata. Qui ci si congiunge alla via di salita dalla Langflue Hütte (Saas Fee). Risalire a sinistra, ovest, il ripido pendio successivo alla seraccata (35°-40°), inciso da qualche crepaccio, fino ad uscire sulla larga cresta sommitale quasi pianeggiante che si restringe in prossimità della vetta dell’Alphubel, 4206 m (1,30 ore, totale 5 ore).
Discesa: Dalla vetta dell’Alphubel percorrere a ritroso la cresta e poi scendere il ripido pendio a fianco della seraccata in direzione est. Percorrere nella stessa direzione i successivi declivi fino intorno ai 3750 m e da qui volgere man mano a sinistra, verso nord-est, lasciando a sinistra una lunga fascia rocciosa. Rimanere in seguito sempre su questo ramo del Fee Gletscher racchiuso tra la suddetta fascia rocciosa a sinistra e quella che proviene dal Feechopf a destra. Dai 3600 m fino a circa 3400 m si affronta una rampa più ripida, proseguendo poi in direzione nord-nord-est. In questa lunga discesa si devono aggirare con attenzione alcune zone crepacciate, più o meno evidenti e aperte a seconda delle annate e della stagione. Giungere infine ai più dolci pendii glaciali che conducono alla Langflue Hütte, 2867 m, all’arrivo degli impianti che salgono da Saas Fee (1.30-2 ore).
Vatti a fidare
Irene e Lorenzo, due amici con cui ho avuto occasione di effettuare alcune belle salite con gli sci, mi invitano a partecipare alla traversata scialpinistica Tasch Hütte – Alphubel – Britannia Hütte – Rimpfishhorn – Tasch che stanno organizzando insieme a diversi altri compagni, in tre giorni, utilizzando venerdì, sabato e domenica. Purtroppo però posso disporre soltanto dei primi due giorni. Considerato che il gruppo, per raggiungere la Capanna Britannia dall’Alphubel, dovrebbe comunque scendere fin nei pressi della Langflue Hütte, decido di aggregarmi, contando di portare la mia auto a Saas Fee dove scenderei con gli impianti di Langflue. Mi do tuttavia da fare per trovare qualcuno interessato ad accompagnarmi nella traversata dell’Alphubel e tornare con me, ma senza successo. Dovrò sobbarcandomi il viaggio di ritorno da solo.
All’appuntamento la mattina di venerdì siamo una dozzina. Con me sale in macchina Marco. Gli altri occupano un’altra auto e un furgone, sul quale carichiamo anche tutta l’attrezzatura, compresa la mia e quella di Marco. Ci accordiamo per trovarci al bivio di Standel, da cui procederemo con le due auto fino a Saas Fee, dove lascerò la mia, per riunirci poi a Tasch con gli altri.
Poco dopo la partenza da Torino perdiamo di vista gli altri due automezzi dietro cui ci siamo avviati e non li troviamo nemmeno, diverse ore dopo, al bivio di Standel. Dopo una ventina di minuti di attesa, Marco e io ci domandiamo che fare. Mannaggia, non avere il cellulare! Così, pensando che si siano scordati di aspettarci, nostro malgrado saliamo al parcheggio di Tasch, dove ha inizio la stradina per Ottawan, immaginando di trovarli lì. Nessuno neanche lì. Quando cominciamo a disperare, passati una decina di minuti, vediamo arrivare l’auto e il furgone. Si sono fermati ad una stazione di servizio, dove han fatto colazione e dove ovviamente li abbiamo superati. Non avendoci visti a Standel sono saliti. Ormai siamo tutti qua, compresa la mia auto. La lascio qua e ci penserò al ritorno. L’importante è che Marco e io siamo rientrati in possesso della nostra attrezzatura.
Stipati sugli altri due automezzi raggiungiamo Ottawan. Dopo un picnic sui prati saliamo lentamente sci a spalle al rifugio. In ogni caso mi sento ripagato dalla vista eccezionale sul versante opposto della valle dove si ergono alcuni dei più famosi ‘4000’ del Vallese, dominati dalla grandiosa piramide del Weisshorn.
Alla Tatsch Hütte durante la cena si parla naturalmente della gita di domani all’Alphubel. E qui scopro che l’itinerario di discesa del gruppo non è affatto definito. Tra un bicchiere di vino e l’altro (sono salite con noi fin quassù un certo numero di bottiglie), sento i compagni diretti alla Britannia Hütte parlare di una traversata al Feejoch da cui scendere più direttamente in direzione della Britannia, poi di una traversata più bassa, a metà del Fee Gletscher, evitando in ogni caso di scendere fino alla Langflue Hütte. Ovviamente non mi arride affatto la prospettiva di percorrere da solo, tutto o in parte, il crepacciato Fee Gletscher. Vatti a fidare! Alle mie rimostranze mi rassicurano: “Dai, non è affatto deciso, decideremo domani”. Peggio che mai!
Il rifugio è abbastanza affollato. Molte comitive sono dirette all’Alphubel, qualcuno va al Rimpfischhorn. Per fortunata combinazione, al tavolo vicino al nostro siedono due giovani di Cremona, con i quali scambiamo qualche parola. Ebbene, stanno compiendo esattamente il giro inverso: Britannia Hütte – Rimpfishhorn – Tatsch Hütte – Alphubel. Perciò domani, saliti all’Alphubel, chiuderanno l’anello scendendo a Saas Fee dove hanno lasciato il furgone. Meglio che domattina non li perda di vista, non si sa mai. A fine cena ci viene intanto comunicata l’inappellabile ora della sveglia alle 3.
Il giorno dopo procediamo, tutti intruppati, con gli sci a spalle, in un lungo mezzacosta. All’inizio del vallone che conduce all’Alphubel Gletscher calziamo gli sci alla luce delle frontali. Ovvio che non sappia dove sono i due ragazzi cremonesi. Quando comincia a esserci un po’ di luce li scorgo poche decine di metri più avanti e mi incollo alle code dei loro sci cercando di non mollarli. La giornata si annuncia splendida. Mentre si illumina tutta la catena di fondovalle, inclusi il Cervino e i Breithorn, mettiamo piede sull’Alphubel Gletscher e lo risaliamo tra gobbe e valloncelli.
Il freddo è intenso, siamo ancora all’ombra, la neve scricchiola e manda riflessi azzurri. All’Alphubeljoch sbuchiamo al sole e sostiamo. Nel traverso che porta all’ultimo pendio sotto la cima fa quasi caldo e sull’ampia cresta finale veniamo avvolti in un lembo di nebbia. Sono le 9,30. I due ragazzi di Cremona cui ho cercato di stare dietro sono arrivati poco prima. Il nostro gruppone invece si è sparpagliato e, prima che ci siano tutti e abbiano deciso dove scendere, i due di Cremona si preparano già per andar giù. Mi sembra saggio a questo punto chiedere di poter scendere con loro. Accettano con cordialità. Un senso di liberazione mi pervade. Saluto i compagni, che trovo peraltro ancora indecisi sul da farsi, e mi avvio con i cremonesi.
Nel ripiano sottostante usciamo nuovamente al sole. Abbandonati i binari di salita, seguiamo altre evidenti tracce che si inoltrano nel Fee Gletscher. Le zone crepacciate sono facilmente evitabili, la neve tiene bene, la sciata è uno spettacolo e in un’ora e mezza siamo alla Langflue Hütte. La funivia, in due tronconi, ci porta rapidamente a Saas Fee. I ragazzi propongono di portarmi con loro fino alla stazioncina di Standel. Meglio di così! In attesa del treno per Tasch offro una meritata birra, poi ci salutiamo con un arrivederci sulle montagne. Il pomeriggio è ancora lungo e, con un’unica fermata intermedia per un caffè, rientro a Torino senza danni in poco più di quattro ore.
Durante il lungo tragitto rifletto sulle circostanze che in questa occasione mi hanno consentito di compiere in sicurezza e non da solo questa bella traversata. E osservo che i compagni sono quelli con cui parto ma anche quelli che occasionalmente incontro strada facendo. E’ grazie a tutti loro se, bene o male, scalo le montagne.
2-3 giugno 2000
