Hinter Fiescherhorn, 4025 m. Salita: via normale per la cresta nord-ovest dalla Mönchsjoch Hütte; discesa: via normale sulla Finsteraarhorn Hütte (Valle della Lutschine, Oberland); con gli sci.
Caratteristiche: Ascensione interamente glaciale con un avvicinamento su ghiacciaio facile e relativamente poco crepacciato. Poi salita in ramponi per raggiungere la Fieschersattel e un altro breve e ripido pendio per giungere sulla corta cresta finale del monte. La discesa in traversata sulla Finsteraarhorn Hütte richiede attenzione per alcuni passaggi obbligati tra i crepacci, su pendii ripidi e sotto delle seraccate. Gita abbastanza impegnativa al cospetto dei ghiacciai più vasti delle Alpi, tra cime glaciali slanciate e scoscese. Panorama su tutte le vette dell’Oberland, in particolare sul Finsteraarhorn, il Gross Grünhorn e i più discosti e meno famosi Schreckhorn e Lauteraarhorn.
Difficoltà: BSA, F+/PD-
Dislivello: 800 m, di cui 50 m la cresta, più 70 m per salire alla Finsteraarhorn Hütte o 400 m per ritornare alla Mönchsjoch Hütte
Carte: CNS 1:50.000 f. 5004, Berner Oberland.
Accesso: Autostrada Gravellona Toce fino a Domodossola, Passo del Sempione, Briga. Conviene lasciare l’auto a Briga e proseguire in treno per Interlaken e poi Grindelwald. Altrimenti proseguire in auto da Briga fino al Grimselpass e poi a Interlaken e Grindelwald. Da qui prendere il trenino a cremagliera fino allo Jungfraujoch.
Avvicinamento: Partenza dalla Mönchsjoch Hütte, 3650 m, raggiunta dallo Jungfraujoch, 3450 m, su facile pistone battuto (0.45 ore). L’attacco della cresta è al passaggio della Fieschersattel, circa 3970 m.
Salita: Dalla Mönchsjoch Hütte, 3650 m, discendere l’Ewigschneefeld fino a circa 3250 m (0.45 ore). Voltare a sinistra, nord, e salire fino alla base della Fieschersattel. Superata la crepaccia terminale intorno ai 3800 m, salire a piedi il ripido pendio canale successivo (40-45°) e raggiungere il passaggio della Fieschersattel, circa 3970 m, più a monte e a sinistra della sella vera e propria (2.30 ore). Volgere a destra perdendo un po’ di dislivello e risalire un dosso portandosi sotto la cresta nord-ovest dell’Hinter Fiescherhorn, dove si lasciano gli sci. Oltrepassata l’eventuale crepaccia terminale, superare il corto ma ripido pendio (40-45°) che adduce alla breve cresta di facile misto lungo la quale si raggiunge la vetta dell’Hinter Fiescherhorn, 4025 m (0.45 ore, totale 4 ore).
Discesa: Per ritornare alla Mönchsjoch Hütte, il percorso si svolge lungo l’itinerario di salita (3.30 ore, contando i 400 m di risalita sul lungo e piatto Ewigschneefeld). Per raggiungere la Finsteraarhorn Hütte, ritornati nei pressi della Fieschersattel discendere i vasti e dolci pendii superiori del Fiescher Gletscher in direzione nord-est puntando al versante meridionale dell’Ochs. Svoltare man mano a destra, sud-est, rimanendo lungo la riva sinistra orografica del ghiacciaio per superare un tratto ripido e impegnativo tra grandi crepacci ed esposto, nella parte bassa, a una seraccata, per transitare infine ai piedi delle rocce di q. 3433. Percorrere ora il lungo falsopiano del Fiescher Gletscher fino ai piedi del rifugio. Per scalinate in legno e sentiero salire circa 70 m a piedi fino alla Finsteraarhorn Hütte, 3048 m (2-2.30 ore).
Finsteraarhorn, 4273 m. Via normale per la cresta nord-ovest dalla Finsteraarhorn Hütte (Valle della Lutschine, Oberland); con gli sci.
Caratteristiche: Percorso misto con un avvicinamento su ghiacciaio relativamente poco crepacciato. Poi una cresta di misto esposta e abbastanza lunga con qualche passaggio su roccia non banale. Gita con scarsi pericoli oggettivi ma complessivamente impegnativa, al cospetto dei ghiacciai più vasti delle Alpi, tra cime glaciali slanciate e scoscese. Esteso panorama su tutte le vette dell’Oberland, in particolare su Schreckhorn e Lauteraarhorn, Gross Grünhorn e Aletschhorn.
Difficoltà: BSA, PD
Dislivello: 1230 m, di cui 180 m la cresta
Carte: CNS 1:50.000 f. 5004, Berner Oberland.
Accesso: Autostrada Gravellona Toce fino a Domodossola, Passo del Sempione, Briga. Conviene lasciare l’auto a Briga e proseguire in treno per Interlaken e poi Grindelwald. Altrimenti proseguire in auto da Briga fino al Grimselpass e poi a Interlaken e Grindelwald. Da qui prendere il trenino a cremagliera fino allo Jungfraujoch.
Avvicinamento: Partenza dalla Finsteraarhorn Hütte, 3048 m. Raggiungere la Finsteraarhorn Hütte in discesa come descritto nell’itinerario dell’Hinter Fiescherhorn. Altrimenti dallo Jungfraujoch, 3450 m, discendere lo Jungfraufirn fino a Konkordiaplatz, circa 2680 m, spesso seguendo un evidente pistone battuto (0.45-1 ora). Da qui risalire il Grüneggfirn, scavalcare la Grünhornluke, 3286 m, e scendere sul ripiano del Fiescher Gletscher fino sotto la Finsteraarhorn Hütte, che si raggiunge salendo a piedi per sentiero e scalinate di legno (3.30 ore, totale 4.30 ore). L’attacco della cresta è alla Ugisattel, 4088 m.
Salita: Dalla Finsteraarhorn Hütte, 3048 m salire in sci o a piedi i ripidi pendii sopra il rifugio (35-40°), mettere piede sul ghiacciaio e risalirlo in direzione nord fino alla Frustuckplatz, 3616 m. Scavalcare questa piccola sella e proseguire sul ghiacciaio orizzontalmente per rimontare poi in direzione nord-est la ripida rampa seguente (35°) che adduce alla Ugisattel, 4088 m (3.30 ore). Salire ora la cresta nord-ovest del Finsteraarhorn, per rocce e neve, appoggiando per cenge e canalini sull’esposto versante ovest. Seguire poi grosso modo il filo della cresta, con qualche passo di arrampicata, incluso un breve tratto in discesa (4 metri, II+/III-), fino in cima al Finsteraarhorn, 4273 m (1.30 ore, totale 5 ore).
Discesa: Si svolge lungo l’itinerario di salita fino alla Finsteraarhorn Hütte (2.30-3 ore).
Rientro dalla Lotschental
Caratteristiche: Dalla Finsteraarhorn Hütte è la via tutto sommato più conveniente per rientrare a Briga. Il percorso verso la Lotschental ha anche il pregio di svolgersi in un ambiente grandioso, su dolci pendii e ripiani glaciali al cospetto di quasi tutti i ‘4000’ dell’Oberland. La valle glaciale in cui si svolge la discesa della Lotschental offre un terreno molto remunerativo per lo sci. Questa via di uscita consente di realizzare una parziale traversata dell’Oberland sul suo asse trasversale (da nord-est a sud-ovest). Il percorso è relativamente poco crepacciato, con scarsi pericoli oggettivi, ma è impegnativo per la lunghezza e richiede buona visibilità.
Difficoltà: BSA, F
Dislivello: 800 m, con uno spostamento di 22 km in linea d’aria.
Carte: CNS 1:50.000 f. 5004, Berner Oberland.
Percorso: Dalla Finsteraarhorn Hütte scendere sul ripiano sottostante (circa 2980 m), attraversare il Fiescher Glatscher e salire alla Grünhornluke, 3286 m. Da qui discendere sul lato opposto il Grüneggfirn su Konkordiaplatz fino al suo punto più basso (circa 2680 m, 2-2.30 ore). Attraversata l’ampia spianata di Konkordiaplatz in direzione sud-ovest, risalire l’esteso e piatto vallone glaciale del Grosser Aletschfirn fino alla Lotschenlucke, 3178 m (2.30 ore). L’Hollandia Hütte, 3238 m, posta su uno piccolo ripiano sovrastante il colle, può essere la base di appoggio per effettuare diverse belle gite sciistiche, tra cui il Mittaghorn, 3892 m, e l’Abeni Flue, 3962 m. Dalla Lotschenlucke discendere i ripidi scivoli sotto il colle in direzione ovest-sud-ovest sul sottostante ripiano glaciale. Proseguire poi in leggero traverso diagonale sul lato destro della valle, transitando prima sotto la q. 2898 poi sotto i piccoli seracchi dell’Anungletscher. Riportarsi verso il centro del Langgletscher e discenderlo fin verso il termine. Dirigersi verso sinistra alla morena di Gandegga e seguire poi la sinistra orografica del vallone fino al ponte di Gletscherstafel che consente di giungere a Fafleralp, 1780 m (2-2.30 ore, totale 6.30-7.30 ore); da qui navetta per Blatten, quindi bus postale per Goppelstein, da cui in treno a Briga.
Il vento
Con i miei pards e Laura, l’amica genovese conosciuta due anni fa nell’escursione in sci sull’Etna, compagna socievole, competente e dalla resistenza proverbiale, mi propongo di ampliare l’esplorazione dello straordinario massiccio dell’Oberland questa volta con gli sci. L’idea è compiere la traversata dalla Mönchsjoch Hütte alla Finsteraarhorn Hütte e da qui alla Lotschental, salendo i due Fiescherhorn e il Finsteraarhorn. Pensiamo di sfruttare il ponte del 25 aprile nel quale le previsioni svizzere danno meteo buono, salvo il vento da nord-ovest da moderato a forte, un’intensità che in alta montagna può essere un guaio. Decidiamo comunque di provare e prenotiamo per tempo i rifugi.
Con Laura abbiamo appuntamento a Iselle. Formato qui un solo equipaggio, continuiamo fino a Briga, dove lasciamo l’auto al parcheggio nei pressi della stazione. Con un unico biglietto, prova dell’efficienza svizzera, paghiamo parcheggio, treno fino a Interlaken e cremagliera per lo Jungfraujoch. Tra i numerosi cambi, a Interlaken ne approfittiamo per mangiare qualcosa. Intanto, allontanandoci dallo spartiacque delle Alpi, il tempo si è un po’ guastato e per la seconda volta percorriamo il panoramico itinerario fino alla Kleinescheidegg senza poter scorgere la celebre nord dell’Eiger.
Qui cambiamo un’ultima volta convoglio e entriamo nel ventre oscuro dell’Orco. Possiamo ammirare uno scorcio minimo della parete, ma orrido quanto basta, dalle finestre della galleria alla fermata di Eigerwand. Siamo sbucati sopra il mare di nuvole ed il cielo ora è tutto sgombro. Alla successiva fermata della Eismeer scorgiamo i due più remoti ‘4000’ dell’Oberland, lo Schreckhorn e il Lauteraarhorn, e le propaggini della cresta Mittelegi dell’Eiger.
Allo Jungfraujoch, come da previsioni, ci accoglie un vento fastidioso che ci accompagna fino alla Mönchsjoch Hütte e poi soffia incessante tutta la notte fino al nostro risveglio.
Con il primo chiarore calziamo gli sci e, indossati tutti gli indumenti caldi, discendiamo su neve gelata l’Ewigschneefeld fino alla rampa sotto i Fiescherhorn. Osserviamo con preoccupazione sopra di noi il cappuccio sfilacciato e fiammeggiante di neve soffiata che ricopre le cime vestite di vento. Ma la giornata è splendente, montiamo le pelli e iniziamo a salire. Più ci avviciniamo alla parete dei Fiescherhorn più, per fortuna, siamo al riparo dal vento. Alla terminale approfittiamo della tregua per una sosta. Poi calziamo i ramponi e risaliamo sci a spalle il ripido pendio sotto la Fieschersattel, divisi in due cordate. Dopo il traverso finale, sbucando sul colle ci raggiunge il sole. Ma i suoi benefici effetti sono vanificati dalle raffiche che ci investono con nuova violenza.
Salire in montagna con il vento, quando non sia tale da pregiudicare l’equilibrio, nel qual caso non resta che rinunciare, costituisce un’esperienza che riassumerei in una sola parola: asprezza. Ora, tutti i versanti nord, spazzati dal vento, presentano ampie zone erose di ghiaccio vivo, dove il sole si riflette come su uno specchio. Così appaiono tristemente orlate di scivoli ghiacciati le rocce della cresta sud-est del Gross Fiescherhorn. Non avendo previsto la possibilità di trovare ghiaccio vivo abbiamo preso con noi picche e ramponi leggeri, assolutamente inefficaci in queste condizioni. Per prudenza, decidiamo perciò di rinunciare al Gross Fiescherhorn e ci volgiamo con maggiore speranza all’Hinter Fiescherhorn dove il vento sembra avere risparmiato il pendio della via normale. In realtà poche dita di neve ricoprono il ghiaccio su cui i nostri attrezzi mordono con difficoltà.
Raggiunta la breve cresta, dopo pochi metri di neve e roccette tocchiamo la vetta in uno di quei momenti di esaltante euforia, grazie alla quale ci si sente al posto giusto nel momento giusto. Sul ghiacciaio il vento solleva turbini di neve trasportata e il fondo è accidentato, i solchi gelati delle discese dei giorni precedenti rendono il terreno piuttosto impegnativo e poco divertente. Soltanto quando guadagniamo il falsopiano ai piedi della seraccata possiamo lasciare scorrere gli sci su neve finalmente ammorbidita fino sotto alla Finsteraarhorn Hütte. Poche decine di metri sulle scale in legno e siamo alla capanna. Oggi non abbiamo certamente sudato. Infreddoliti, ci infiliamo appena possibile in dormitorio sotto le coperte. A cena ci presentiamo con le giacche di piumino e non ne abbiamo di troppo.
Scendendo abbiamo potuto ammirare lungo tutto il percorso il Finsteraarhorn, una montagna imponente che pare svilupparsi su due soli versanti, come un lama tagliente innalzata verso il cielo. Avevamo di fronte la cresta nord-ovest, la via normale, severa, impiastrata di neve, con un aspetto himalayano e in apparenza difficile. Con questa inquietudine in animo, per caso a cena capitiamo vicini a un simpatico francese che parla benissimo l’italiano, il quale ha salito oggi la cresta e ci rassicura: c’è una bella traccia su neve dura, non dobbiamo preoccuparci.
Il giorno dopo lasciamo il rifugio con gli sci a spalle e i ramponi ai piedi. Oggi non c’è un refolo d’aria, le montagne svaporano nella luce del primo mattino, quasi per scrollarsi quel velo con cui le ha rivestite la notte, e i pendii brillano come morbidi panni di velluto bianco. Oltrepassata la forcella della Frustuckplatz, completamente spelata, con ampi diagonali giungiamo alla spalla della Ugisattel, dove inizia la parte alpinistica del Finsteraarhorn. Ci attrezziamo per salire la cresta disponendoci in due cordate come ieri. Dopo un primo passaggio su roccia, la traccia procede su neve fino sopra al ‘gran gendarme’ (anche qui ce n’è uno). Poi si alternano tratti su neve ad altri su roccia, con improvvise cavalcate sul filo di cresta a picco sugli strapiombi del versante nord-est.
Giungiamo in vetta e ci appollaiamo tutti e quattro su provvidenziali gradini scavati nella neve da qualche giudizioso predecessore. C’è una sola persona oltre a noi. Dalla croce pendono dei festoni di preghiera tibetani multicolori. La calma è assoluta, il cielo è profondamente azzurro, una distesa di montagne aspre e innevate si distende attorno a noi a perdita d’occhio, con la nitidezza assoluta che è il lascito benevolo del vento. Di ritorno alla Ugisattel calziamo gli sci e ci godiamo finalmente una bella discesa su pendenza ideale e neve scorrevole.
Il mattino dopo intraprendiamo l’ultima tappa, la classica via di uscita dall’Oberland attraverso la Lotschental, un percorso piuttosto lungo che comporta lo scavalcamento di due colli. Dal primo, la Grünhorn Lucke, appare il gigantesco Aletschhorn, dove le chiazze ghiacciate lisciate dal vento feriscono la montagna come delle piaghe.
Dalla Grünhorn Lucke scendiamo a Konkordiaplatz, immenso plateau glaciale al centro dell’Oberland, all’incrocio dei principali ghiacciai del massiccio. Rimontiamo le pelli e riprendiamo il cammino, all’inizio pianeggiante, che scorre per parecchi chilometri ai piedi della formidabile parete nord dell’Aletschhorn.
Alla Lotschenlucke cambiamo assetto e iniziamo una lunga e spettacolare discesa prima lungo i ripidi pendii che sostengono il colle, poi sotto i seracchi dell’Anungletscher, infine sul crepacciato Langgletscher. Al fondo cerchiamo il modo migliore per oltrepassare la morena e, attraversato il torrente, concludiamo la lunga cavalcata tra radi larici e ampi falsopiani fino al ponte di Fafleralp.
Sulla via del ritorno riflettiamo con qualche rimpianto su quanto abbia contribuito il vento a portarci via il Gross Fiescherhorn. Ma è solo un attimo e il pensiero torna ai panorami infiniti e alle due belle cime salite in splendide giornate di sole. Il Gross Fiescherhorn può aspettare la prossima occasione.
24-27 aprile 2004

