Lagginhorn e Weissmies

Lagginhorn, 4010 m. Via normale per la cresta ovest (Saastal).

Caratteristiche: Salita molto varia, relativamente poco frequentata, su uno dei ‘4000’ più facili del Vallese. L’avvicinamento è su sentiero e poi su un modesto ghiacciaio, poco ripido e poco crepacciato. L’aerea cresta offre qualche passaggio poco difficile su roccia e può presentarsi nevosa nel ripido tratto superiore. L’ascensione presenta scarsi pericoli oggettivi, è abbastanza lunga ma molto diretta e offre un magnifico panorama sugli altri ‘4000’ del Vallese, in particolare sulla vicina catena dei Mischabel.

Difficoltà: PD-

Dislivello: 1300 m, più 250 m nel caso al ritorno si volesse traversare alla Hohsaas Hütte per concatenare la Weissmies

Carte: CNS 1:50.000 f. 5006, Matterhorn Mischabel.

Accesso: Autostrada Gravellona Toce fino a Domodossola, Passo del Sempione, Briga; oppure autostrada di Aosta, Gran San Bernardo, Martigny. Da Briga o da Martigny percorrere la valle del Rodano fino a Visp. Da Visp inoltrarsi nella Mattertal e seguirla fino al bivio di Stalden. Qui prendere a sinistra per la Saastal e seguirla fino a Saas Grund.

Avvicinamento: Punto d’appoggio è la Weissmies Hütte, 2726 m. Prendere a Sass Grund l’impianto di risalita fino a Kreuzboden, 2397 m, e poi seguire un bel sentiero (1 ora). L’attacco della cresta è a un terrazzo roccioso, a circa 3400 m, al margine del Ghiacciaio del Lagginhorn.

Salita: Dalla Weissmies Hütte, 2726 m, percorrere il sentiero che, alle spalle del rifugio, si dirige lungo una morena in direzione della cresta sud-ovest del Lagginhorn, fino ad un bivio a circa 2850 m. Proseguire sul sentiero che con direzione est aggira la base della cresta sud-ovest, si infila in un valloncello e raggiunge le propaggini del Ghiacciaio del Lagginhorn. Attraversare il facile ghiacciaio con un semicerchio verso sinistra (nord) per attaccare la breve diramazione meridionale della cresta sud-ovest ad un terrazzo roccioso, a circa 3400 m (2 ore). Salire la cresta per roccette, tracce di sentiero e brevi passaggi di facile arrampicata (I-II, ometti e rari bolli rossi) fino ad una forcella, a circa 3650 m. Da qui la cresta si raddrizza e può presentarsi innevata. Percorrerla sul filo giungendo alle rocce sommitali. Superarle sulla destra con brevi passaggi di II e raggiungere la vetta del Lagginhorn, 4010 m (2.30-3 ore, totale 4.30-5).

Discesa: Lungo la via di salita. Altrimenti, volendo concatenare la Weissmies il giorno successivo, dal bivio a circa 2850 m risalire il sentiero che, con direzione sud-est, conduce alla Hohsaas Hütte, 3092 m (3-3.30 ore).

Weissmies, 4023 m. Via normale dal versante nord-ovest e la cresta sud-ovest (Saastal).

Caratteristiche: Grande ascensione classica e molto frequentata. Il percorso è essenzialmente glaciale e di grande soddisfazione: prima su un ghiacciaio crepacciato e seraccato, dove di norma è presente una bella traccia, con alcuni tratti ripidi, poi su una bellissima cresta nevosa, aerea, con grandi cornici e un ripido tratto finale. Gita complessivamente abbastanza facile e poco faticosa, con qualche pericolo oggettivo nella zona dei seracchi. Panorama grandioso sugli altri ‘4000’ del Vallese, in particolare sulla vicina catena dei Mischabel.

Difficoltà: PD

Dislivello: circa 1000 m

Carte: CNS 1:50.000 f. 5006, Matterhorn Mischabel.

Accesso: Autostrada Gravellona Toce fino a Domodossola, Passo del Sempione, Briga; oppure autostrada di Aosta, Gran San Bernardo, Martigny. Da Briga o da Martigny percorrere la valle del Rodano fino a Visp. Da Visp inoltrarsi nella Mattertal e seguirla fino al bivio di Stalden. Qui prendere a sinistra per la Saastal e seguirla fino a Saas Grund.

Avvicinamento: Punto d’appoggio più logico è la Hohsaas Hütte, 3092 m, raggiunta direttamente da Saas Grund con gli impianti, oppure, saliti con il primo impianto a Kreuzboden, 2397 m, lungo il sentiero che transita dalla Weissmies Hütte (2 ore).

Salita: Dalla Hohsaas Hütte, 3092 m, lungo una sterrata in leggera discesa, raggiungere il ripiano del Triftgletscher. Costeggiando il dirupo roccioso del Geissrück aggirare a sinistra una zona crepacciata, quindi attraversare verso destra il ripiano glaciale segnato normalmente da una buona traccia, passando sotto le seraccate dell’ampia parete ovest-nord-ovest della Weissmies. Al margine meridionale della parete, salire verso una zona di seracchi e crepacci, fino a trovare a destra un passaggio che conduce sopra un dosso glaciale. Se le condizioni della neve lo consentono (assenza di ghiaccio) dal dosso salire direttamente verso la cresta sud-ovest, uscendo su detta cresta all’altezza della spalla o anticima, q. 3820 (pendii a 40°-45°, 2.30 ore). Altrimenti continuare a salire in direzione sud-ovest per abbordare la cresta a circa 3550 m e seguirla fino all’anticima (3 ore). Da qui proseguire lungo la cresta (grandi cornici a destra sul versante sud, tratto finale ripido a 40°) fino in cima della Weissmies, 4023 m (0.45-1 ora, totale 3.15-4 ore).

Discesa: Per la via di salita (2-2.30 ore fino alla Hohsaas Hütte).

Non c’è alcuna relazione

Lagginhorn e Weissmies, forse gli Dei minori, i più defilati e orientali dell’Olimpo svizzero dei ‘4000’, sono tuttavia montagne severe e dalle forme opulente che incombono maestose su Saas Grund. Così vicine eppure così diverse: il Lagginhorn trapezoidale e prevalentemente roccioso; la Weissmies, larga piramide prettamente glaciale. Una bella accoppiata di opposti che si completano.

Per il fine settimana che precede il Ferragosto propongo agli amici il concatenamento delle vie normali dei due ‘4000’ di Saas Grund. Paolo, Ezio e Paola si dicono disponibili e interessati. Le previsioni svizzere danno bello venerdì e sabato e temporali nella seconda parte di domenica. Prenoto venerdì alla Weissmies Hütte in modo da salire per primo il Lagginhorn, più impegnativo, e sabato alla Hohsaas Hütte per la più breve ascensione alla Weissmies. Non prendo con me alcuna relazione ma soltanto una cartina, contando sulla frequentazione di questi popolari itinerari, lasciando così un po’ di spazio per la scoperta.

Da Creuzboden, raggiunta con gli impianti, saliamo alla Weissmies Hütte con rapida e piacevole camminata. Siamo sistemati nella vecchia capanna, con il tetto in scandole di legno, eretta su una panoramica balconata di fronte alla catena dei Mischabel e alla vicina e spettacolare parete dello Jagihorn. La custode dispone un’unica colazione domani alle 3,30. Non ci lamentiamo: meglio avere tante ore davanti.

 Così ci incamminiamo per il Lagginhorn nel cuore della notte, con la luna già tramontata dietro i Mischabel. Sul sentiero che inizia alle spalle del rifugio siamo incredibilmente soli. Forse qualcuno sarà partito ancora prima. Fatto sta che ad un bivio ci inoltriamo su un sentiero che conduce nella direzione sbagliata, cosa di cui però ci accorgiamo soltanto dopo un bel po’. In mancanza di una relazione, cerchiamo di capire dove ci troviamo orientandoci con la cartina: verosimilmente siamo sulla traccia che si dirige alla Hohsaas Hütte. Per recuperare la giusta via senza tornare indietro fino al bivio iniziamo a risalire un ripido e malagevole pendio di sfasciumi. Finalmente, dopo aver perso tutto quel tempo, incrociamo il nostro sentiero.

Mettiamo piede sul piccolo Ghiacciaio del Lagginhorn che è già chiaro da un pezzo. Se non altro risaliamo il ghiacciaio senza problemi, dirigendoci a colpo sicuro verso la base della lunga cresta. Attacchiamo le facili rocce e lentamente ci innalziamo. In barba alla presunta frequentazione, di umani in carne e ossa non c’è nemmeno l’ombra e a rassicurarci troviamo poco più in alto soltanto un ometto di pietre, peraltro l’unico in tutta la salita.

Negli ultimi 200 metri, ripidi e coperti di neve dura, ci vengono in aiuto delle vecchie peste che ci conducono al sole sulla crestina finale a pochi metri dalla vetta. La colazione è ormai lontana, perciò tiriamo fuori qualcosa da mangiare, io la mia solita razione ‘k’, un formaggino, due barrette, un pacchetto di crackers, Ezio e Paola i tradizionali panini avvolti nel cellophane, mentre dal sacco di Paolo escono succhi di frutta, prosciutto crudo e, infilato in una scatola di pasta, un enorme pomodoro ‘cuore di bue’ dell’orto di sua mamma, che peserà da solo mezzo chilo.

Iniziamo la discesa alle 11 e in un paio d’ore siamo alla base della cresta. Proseguiamo fino al margine del ghiacciaio e poi fino al bivio, dove ora scorgiamo chiare indicazioni: il sentiero imboccato stamattina è proprio quello per la Hohsaas Hütte. Nonostante il tempo perso arriviamo alla capanna ancora ad un’ora decente. Il rifugista propone la sveglia per domani a un orario più umano di quello di oggi. Il temporale previsto nel pomeriggio non ci impensierisce visto che la gita è abbastanza breve.

Poiché il ristorante e il dormitorio sono in edifici separati, il mattino c’è un andirivieni che sembra di stare in via Roma. Mentre albeggia ci incamminiamo su una larga sterrata scavata nel fianco della morena che, in leggera discesa, conduce al Triftgletscher. Qui, sotto la parete della Weissmies, calziamo i ramponi e ci leghiamo in due cordate.

Qui non abbiamo davvero bisogno di una relazione, mi dico: c’è il mondo e la traccia è una piccola trincea lungo la quale procediamo abbastanza speditamente. Al fondo del ripiano la pista si addentra fra i seracchi nel versante glaciale della Weissmies. Sono entusiasta del percorso, ammaliato dai giri sinuosi che compie per contornare le difficoltà e superare i seracchi e questo consolida la mia innata ammirazione per i tracciatori. Affrontiamo addirittura un passaggio tra due enormi blocchi su una cengetta intagliata nel muro di ghiaccio. Poco oltre però di nuovo non badiamo a una traccia secondaria che sale a sinistra e proseguiamo invece in un lungo traverso che raggiunge la cresta ovest senza guadagnare quasi dislivello.

Risaliamo la cresta e dopo un po’ scorgiamo delle cordate che stanno procedendo direttamente lungo il pendio verso l’anticima. Mentre nuvoloni neri si addensano sul fondovalle sopra Saas Almagell minacciando di estendersi fin qua, cominciamo a pensare di avere di nuovo sbagliato qualcosa, di avere lasciato un po’ troppo spazio alla scoperta. Al colletto presso l’anticima, infatti, constatiamo l’esistenza della traccia diretta che ci avrebbe fatto risparmiare tempo prezioso.

Sulla cresta finale, tra le folate di nebbia attraversate dalla luce gialla di un pallido sole, enormi cornici appaiono e scompaiono come visioni. Quando cominciano a volteggiare piccole farfalle di nevischio giungiamo in cima alla Weissmies. Il grande affollamento e il vento freddo che si è alzato ci inducono a scendere subito. All’anticima, troviamo riparo dietro un dosso nevoso per fermarci a riposare qualche minuto. E, incredibile, Paolo tira fuori dalla stessa scatola di pasta un altro enorme pomodoro.

Anche oggi ci siamo attardati a causa dell’ennesimo errore di percorso ma il meteo ancora tiene e l’annunciato temporale della domenica ha la gentilezza di attendere: si scatenerà quando avremo appena lasciato in auto Saas Grund.

11-13 agosto 2000

Il glaciale versante di salita alla Weissmies dalla cima del Lagginhorn
Salendo alla Weissmies, poco sotto la Spalla